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Ricordando Mario Simonelli


Nel nostro Blog, per dimostrare cosa significhi il rispetto per la concorrenza e l'affetto smodato che io e Michele D'Asaro proviamo per Mario Simonelli, vogliamo ricordarlo proprio qui.


Stringemmo con lui, nonostante la già cordiale conoscenza con il Re indiscusso delle "aziende eleganti" in oftalmologia (poche, anzi pochissime), a Cortina in occasione della SILO.


"Michele, stasera non fare scherzi, sei dei nostri al VIP"...


Ancora non era l'epoca delle fotografie, quindi non c'era l'interesse di molti che ci invitano per gli scatti.


E per di più, all'epoca, eravamo concorrenti.


Da subito c'era quel riconoscersi, noi tipicamente romani di una Grande Bellezza ancora non descritta dal film, ma vissuta a pieno, notte e giorno tra professione e Dolce vita.


Le sue feste erano open bar, non come quelle cafonate con "una consumazione e poi ci pensi tu" (meglio non farle).


Mario era un signore vero e amava proprio i dettagli del saper vivere.


Il giorno dopo, al Cristallino (ora Janbo), con riconoscente amicizia, si apriva un open bar solo per lui a base di Rum.


Era imbarazzato, forse già ci si stupiva di un mondo dove la riconoscenza era vista come cosa rara.


Non ci siamo più mollati.


Da lì in poi, le volte che ci si vedeva, ai congressi tutto era più "figo", lo osservavamo, il suo impeccabile outfit di giorno, molto chic, mai seguendo le mode del momento, di suo gusto, inconfondibile tra lini d'estate e tessuti top d'inverno.

Per poi andare alle feste di gala congressuali con abiti rigorosi, bellissimi... che dire... un uomo irripetibile.


Poi il dopo Visufarma, si vedeva il suo dispiacere, la sentiva sua, i ruoli al nipote, al figlio, tutto quel passato fatto di rapporti sinceri con gli oculisti, che poi sono la nostra linfa.



A Roma, con Giorgio, Julie, Vittorio, Paola , Andrea... spesso ci trovavamo a cena nei ristoranti che hanno fatto la sua storia, dove era di casa, e dove per pagare ogni volta era una rissa...


Un pomeriggio pre natalizio per salutarci, disinteressato, a

Palazzo Ferrajoli di Piazza Colonna, solo per fare gli auguri, così, tanto per averci.


Guascone, galante, tagliente, deciso, divertente, provò in un tentativo farmaceutico, ci riunimmo, collaborammo, ma chi esce da Leone non può rientrare dalla finestra delle piccole aziende e per questo ci mettemmo a disposizione, ma poi ragionò bene e si ritirò definitivamente.


Approvammo la sua scelta, la capimmo, ma non lo mollammo mai coinvolgendolo nelle nostre conviviali riunioni, cene, anche di lavoro, vita per lui.


Uomo da una rosa per ogni vita, conoscitore profondo delle buone maniere, mi mancherà tantissimo. Quando Michele me lo presentò, ne fui subito affascinata e quando non ricordandosi il mio nome, ne uscì subito galante tipo "io ti chiamo Armanda, poi vedi tu".

Ancora oggi lui scherzando continuava con questo che è diventato il suo soprannome preferito che mi tengo nel cuore.


Con lui e con Uomini come lui, che raramente ancora esistono (Michele è uno di quelli), finisce l'era dei galantuomini-uomini.

Finisce l'epoca dove l'educazione, accompagnata dal carisma, è cosa rara; cavalleria e risolutezza, pronti a difendere chi hanno a fianco rischiando se stessi.


Liberi, mai schiavi delle convenzioni patinate di squallore, "anomali", come spesso vengono definiti da chi sa che non arriverebbe mai alle stelle di un firmamento fatto di Uomini che non verranno mai dimenticati.


Mario era leggenda da vivo, figuriamoci adesso.


E, almeno io, Michele e gli amici veri, lo ricorderemo sempre come il miglior amico che un oculista potesse avere, il miglior Amico che noi "colleghi" abbiamo avuto la fortuna di avere.


Nessuno come Te.


Ciao Mario.


Alessandra, alias Armanda, Michele e tutti del Nostro tavolo!






















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